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Benedict Anderson. Un nazionalista transnazionale


di Walter Ghia
Mimesis , 2024
https://www.mimesisedizioni.it/catalogo/reply/hPR91TIbNMjoHK2zLeqFraEdBpgGyauzkt_6tX7peQiotqHDe_RXkleOHOHpXiK8yNQK5014ErtVpGVuv_P3GWXmR1ULe1jBJUsbS7r_pEi3x7nWXoScRa0pg4i7hympSJoWvZnC13KrWk4Ywv-DDAB6sGpVKdkPKLuoSDoe5GE=/p1
Anderson è una figura intellettuale tanto affascinante quanto controversa. Ha una profonda formazione umanistica europea, sviluppa il suo percorso accademico in America ed esordisce con una ricerca sul Sud-est asiatico. Si propone orgogliosamente al pubblico come “nazionalista” (in quanto irlandese e appassionato “indonesiano”) e si colloca tra i membri della New Left britannica. Da questo gioco complesso di appartenenze e avversioni nasce la definizione della nazione come “comunità immaginata”, intesa come struttura culturale di lungo periodo, non riducibile a orientamenti ideologici specifici (liberalismo, socialismo, conservatorismo). Le nazioni sono le comunità che si formano attraverso un’identificazione mentale – l’immaginazione – che dà vita a un sodalizio intensamente affettivo. Il mondo moderno non ha privilegiato la società sulla comunità, ha anzi generato una forma particolarmente intensa di comunità, costituita dalla nazione.
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